Onorevoli Colleghi! - La Costituzione sancisce il diritto di ogni persona alla vita e all'integrità fisica e morale. Agli articoli 2 e 3 viene definita la natura laica del nostro ordinamento che si persegue garantendo al singolo libertà ed uguaglianza in tutte le formazioni sociali nelle quali si realizza la sua personalità. Per rendere formali tali postulati, si specifica l'obbligo dello Stato di intervenire per eliminare ogni eventuale discriminazione che determina disuguaglianze fra le persone. Le relazioni fra le persone, fra uomini e donne in particolare, sono quindi sostenute dai valori della libertà, dell'uguaglianza e del vivere insieme.
      In Italia l'ordinamento ha cancellato quasi del tutto norme, leggi e regolamenti che dividendo gli uomini dalle donne riducevano queste ultime ad una subumanità sottomessa a quella maschile.
      Grandi sono le trasformazioni intervenute nel nostro Paese in questi ultimi trent'anni, soprattutto con la conquista per le donne del diritto al lavoro, all'istruzione, alla procreazione responsabile, alla contraccezione, al divorzio, e con la penalizzazione dello stupro; finalmente si sono conquistate il diritto alla cittadinanza. Ma le trasformazioni, soprattutto economiche, degli ultimi anni, le migrazioni, l'aumento delle ineguaglianze e delle ingiustizie sociali hanno indebolito il sistema dei diritti che aveva caratterizzato quasi tutta la seconda metà del XX secolo. Una notevole percentuale fra i soggetti più

 

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deboli è formata dalle donne. Di fronte alla debolezza delle istituzioni nel sostenere i diritti delle persone rispetto alle esigenze dei mercati, molte donne sono state ricacciate nel ruolo domestico perdendo di fatto la propria autonomia economica e sessuale, mentre si sta allargando il fenomeno della violenza contro di loro. La violenza contro le donne si presenta quindi come un insieme di fenomeni che caratterizzano una situazione che comprende tutte le aggressioni subite dalle donne a seguito dei condizionamenti socio-culturali che agiscono sui due sessi, in tutte le loro relazioni. Tale violenza non riguarda solo la sfera privata: essa si manifesta come simbolo più brutale delle disuguaglianze esistenti nella società ed è rivolta contro le donne in quanto tali, poiché i loro aggressori ritengono che esse abbiano meno diritti. Lo Stato deve dotarsi di provvedimenti di azione positiva che intervengano per cancellare ogni atto di violenza palesemente lesiva dei diritti fondamentali, quali quelli alla libertà, all'uguaglianza, alla vita, alla sicurezza e alla non discriminazione, sanciti dalla Costituzione.
      Con questa proposta di legge s'intende dare omogeneità al diritto, che in Italia contiene su questo tema risposte parziali e testi privi di una visione unitaria, in attuazione delle direttive e delle raccomandazioni formulate dalle istituzioni internazionali. Si citano, tra gli altri, la Convenzione delle Nazioni Unite sull'eliminazione di ogni forma di violenza contro le donne del 1993, le risoluzioni del Vertice di Pechino del settembre 1995, la risoluzione del Parlamento europeo del 1997 a favore di una campagna nei confronti delle violenze contro le donne, la risoluzione della Commissione per i diritti dell'uomo delle Nazioni Unite del 1997, la Dichiarazione del 1999 nell'Anno europeo dedicata alla lotta alla violenza contro le donne e, ancora, l'approvazione da parte del Parlamento europeo e del Consiglio del programma per prevenire e combattere la violenza contro bambini, giovani e donne e per proteggere le vittime (decisione n. 803/2004/CE).
      La presente iniziativa legislativa si propone di definire tutti gli aspetti preventivi, educativi, sociali, d'assistenza e follow-up delle vittime, e le sanzioni riferite alle violenze e alle discriminazioni; si tratta di una proposta di legge integrale e multidisciplinare che, come intervento principale, disciplina tutto il processo di socializzazione e dell'istruzione. Nello stabilire le misure di intervento in materia educativa, tratta le tematiche legate alle trasmissioni televisive, in particolare nell'ambito della pubblicità, che dovranno delineare un'immagine rispettosa della parità e delle scelte di vita di ciascuna donna. Prevede interventi di sostegno alle vittime: riconoscimento dei loro diritti da parte delle istituzioni, assistenza legale gratuita, assistenza sociale, sostegno economico. La risposta legale deve essere integrale, cioè deve riguardare sia la normativa ordinamentale, con la creazione di nuove istituzioni, sia la normativa penale e civile, compresa la formazione degli operatori sanitari, di polizia, e della magistratura.
      Nella sanità occorre prevedere un piano di sensibilizzazione affinché gli operatori siano in grado di individuare in modo tempestivo eventuali abusi e violenze e di offrire le necessarie prestazioni sul piano fisico e psicologico, coordinandole con le altre misure di assistenza.
      I casi di violenza colpiscono anche i minori che vivono in ambito familiare. La proposta di legge ne esige la protezione, garantendone la tutela con l'individuazione di effettive misure di protezione, da definire nei piani per la realizzazione di servizi sociali. Inoltre, si prevedono nell'ambito dell'amministrazione penitenziaria programmi specifici per detenuti condannati per violenza contro le donne.
 

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